lunedì 8 dicembre 2014

TESTIMONIANZE dei ragazzi capoverdiani durante l'alluvione a Genova, ottobre 2014.


Noi dell'Associazione Italo-Capoverdiana abbiamo chiamato alcuni capoverdiani per sapere se stavano bene e se avevano dato il loro contributo alla società genovese. Per nostra soddisfazione abbiamo scoperto ,positivamente, che molti di loro non sono rimasti fermi. Alcuni non hanno voluto rendere pubblica la loro testimonianza, soprattutto dopo le polemiche, altri, invece, hanno deciso di raccontare.
Tra tante storie vi citiamo quelle di: i coinugi Nilza e Nilton, Joanicia e Ivander.


Testimonianza
di
Nilton Spencer Brito e Nilza Reis



“ Non importa da dove vieni o chi sei, ma la città è tua! E' la città dove nascono i tuoi figli, dove forse hai passato più tempo della tua vita e quindi come puoi non volergli bene?” Nilza Reis

Durante la notte tra venerdì 10 e sabato 11 ottobre ( tra le ore 02.30 e le ore 03.00) c'è stata una seconda ondata di pioggia e nel quartiere di Sampierdarena si sono verificati alcuni allagamenti. I coniugi abitano in via P. Reti, dopo i vari tuoni e lampi si sono affacciati dalla finestra per verificare la situazione in strada. Si sono trovati davanti ad uno scenario terrificante: un fiume d' acqua che scorreva e una persona intrappolata dentro una macchina. Nilton scende ad aiutarlo, rischiando la propria vita, nel frattempo quando arriva giù trova due ragazzi sudamericani che erano li ad aiutarlo. Il ragazzo M. stava ritornando a casa, lavora in un forno a Rivarolo e si è trovato nel pieno del nubifragio. Il ragazzo M. è stato accolto in casa loro fino all'arrivo di un suo collega.

Il ragazzo M. il giorno dopo li ha chiamati, non trovando nessuno, ha lasciato loro questi messaggi:

“ Ciao ragazzi sono M., il ragazzo di stanotte che avete ospitato, vi volevo ringraziare per la vostra gentilezza e grande ospitalità. Grazie di cuore M.”

Nilton, il sabato mattina è andato in centro per dare una mano. Arrivato in centro è stato mandato dai vigili a fare l'iscrizione al Comune di Genova in corso Torino, che a sua volta l'ha rimandato al Municipio VIII- Genova Medio Levante. Arrivato lì ha fatto l'iscrizione ( presentazione della carta d'identità e un foglio da firmare con i suoi dati anagrafici). Dopodiché è tornato in Via XX settembre, all'angolo tra gli uffici postali e il self service, è rimasto li dalle 09.00 fino alle 17.30.”

Nota: Abbiamo deciso di non scendere nei particolari, ma solo dare un piccolo esempio che non tutti sono rimasti a casa.


Testimonanzia
di
Joanicia da Cruz

“ Quello che è successo a Genova ha colpito tutti noi!”

Tutti noi avevamo paura e tutti noi abbiamo una coscienza. Alcuni sono scesi dalle loro case a dare una mano e altri no. Non è una questione se sei straniero o italiano, ma che siamo tutti cittadini di questa città.
La domenica del giorno 12 ottobre, mia cugina ed io siamo andate a dare una mano nella zone di Metro Brignole. La situazione era ancora catastrofica, anche noi ci siamo messe a spalare il fango, aspettavamo che il tempo migliorasse per poterci muovere. Il nostro piccolo intervento alla fine non è durato molto, è durato dalle ore 15.30 fino alle ore 17.00, anche perché ad una certa ora la protezione civile ci ha mandato a casa per la prevenzione dell'arrivo di una nuova perturbazione. Molti si chiederanno se abbiamo fatto foto o selfie per testimoniare la nostra presenza, ma per la delusione di molti non c'era tempo per quello. Quello che ho fatto... ho fatto! E' un momento di unione non di divisione”.

Testimonanzia
di
Ivander Monteiro


“ Non era un problema di razza ma del cittadino, ognuno con la sua coscienza”

Negli altri due giorni dopo l'alluvione a Genova, purtroppo non son potuto esserci per cause di forza maggiore. La domenica del giorno 12 ottobre, insieme ad alcuni miei amici sono andato anche io a spalare. Molti parlano senza sapere, questo si chiama ignoranza. Il mio intervento è stato tra via Brigate Partigiane e via XX Settembre. Quando sono arrivato li per un istante non sapevo cosa fare, c'era tanta gente a spalare e non avevo materiali; così appena è passato un camion dell'Amiu con le pale, ne ho chiesto una a loro.
Con i miei amici dovevamo prendere il fango dalle strade e dai marciapiedi, venivamo coordinati da alcune persone. Si riempivano i secchi, dovevamo separare il fango liquido dal solido poi passavano i camion dell' AMIU per prendere il fango liquido.
Abbiamo aiutato anche il negozio di una signora e il supermercato Billa in Via Cesarea. Il magazzino del supermercato Billa era pieno d' acqua, di cemento e di fango, eravamo un gruppo di ragazzi di tutte le nazionalità con in mano dei secchi che ci avevano portato i vigili del fuoco... si era formata una catena umana che partiva giù dal magazzino fino alla strada.
L'unica cosa che mi è dispiaciuto vedere, è stata l'assenza di militari o delle forze dell'Ordine... eravamo tutti ragazzi a spalare e spesso mancava anche la coordinazione. C'era gente che voleva aiutare ma alla fine rimanevano fermi perché nessuno coordinava.





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